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Sono molto preoccupato per mio fratello. A breve finirà l’università e dovrà arruolarsi. Non riuscirà nemmeno a scappare dalla Siria perché la situazione è molto peggiorata da quando sono andato via io. Non so che fare. Ho paura“, Aram.

Perché sei andato via da Aleppo?” “Perché avevo finito gli studi universitari e avrei dovuto arruolarmi. E lo sai… C’è la guerra… Nessuno sa quanto dura e se arrivi a vedere la fine“, Rafee.

Queste sono due testimonianze di ragazzi che fuggono dalla Siria dove imbracciare le armi è un obbligo che spesso conduce alla morte. Alla luce delle loro storie, delle loro confidenze e delle loro paure abbiamo deciso come Collettivo Antigone di lanciare una campagna contro l’arruolamento obbligatorio. Racconteremo storie, faremo sentire le loro voci e le voci di chi è ancora bloccato in un limbo di paura. Tramite le parole ci auguriamo di costruire un ponte che superi la distanza fra “noi” comodamente seduti nelle nostre case e “loro” in fuga da un destino che non hanno scelto.

Quello che speriamo di ottenere è una maggiore consapevolezza su questo aspetto, una riflessione su una delle motivazioni che mettono in fuga molti giovani dalla Siria, ma non solo. E poi il sogno è quello di riuscire ad aiutare il fratello di Aram ad abbandonare la Siria evitando così di dover imbracciare le armi. Il fratello di Aram, infatti, vorrebbe continuare gli studi e attualmente sta tentando di ottenere un visto in Germania.

Per quanto riguarda noi, come Collettivo Antigone le uniche armi in cui crediamo sono le penne, le matite, i libri per condurre nelle scuole e nelle università una guerra contro l’ignoranza e il pregiudizio.

“Perché mi hanno fatto studiare se poi mi mandano a morire come carne da macello?” Aram

manifesto

*di Alessandra Lucca

*Non voglio che a vent’anni t’ammazzino
se sei maschio al fronte
e sei femmina dentro qualche rifugio di notte.
Mio piccolo.
Femmina o maschio
a qualsiasi età
non voglio che tu conosca il carcere
per essere stato dalla parte del giusto,
del bello, della pace*

Hikmet, estratto da La Notte