Tag
Assad, Comunità valdese, Corridoi Umanitari, europa, Famiglia Makawi, Hannah Arendt, Integrazione, Marta Santamato Cosentino, ONU, Portami Via, Sant'Egidio, Torino, Turchia, Valdesi
Da Tripoli a Via Tripoli! – scherza Jamal, padre e marito che, per fuggire alle persecuzioni di Assad, ha guidato la sua automobile dalla Siria al Libano per portare la sua famiglia lontana dalla persecuzione; poi dal Libano alla Turchia e infine l’Italia: Torino, dove il 13 giugno al cinema Lux è stato proiettato “Portami via”. Un viaggio nelle migrazioni e attraverso il percorso di una famiglia siriana, dal Libano all’Italia.
Prima del film è stato possibile approfondire la condizione dei rifugiati in Libano, dove un quarto della popolazione è costituita da migranti, grazie al lavoro di Jean-Claude Chincheré. Il progetto “Beirut e i rifugiati siriani in Libano”, mostra le condizioni in cui sono costretti a vivere i rifugiati a Tripoli e nei campi profughi di confine.
“Portami Via”, Il documentario di Marta Santamato Cosentino, è il racconto di un privilegio che dovrebbe essere un diritto: i Corridoi Umanitari, di cui poco si parla e che potrebbero invece essere la soluzione all’Olocausto del mare, alla crisi dei flussi migratori degli ultimi anni che ci ostiniamo a definire una emergenza da risolvere con misure temporanee, inadeguate e prive di rispetto per la dignità umana.

Portami Via, regia: Marta Santamato Cosentino
Il lavoro di Santamato è il diario intimo e delicato di una migrazione che, attraverso le differenti età dei membri della famiglia, ricostruisce un quadro fatto di ricordi e aspettative, desideri e curiosità e voglia d’integrazione.
Chissà se a Torino c’è un mercato dove poter fare la spesa, chissà che ortaggi si cucinano in Italia, chissà come sono le persone lì; Milano, Roma. Torino, Juventus.
Si sono informati i Makawi e fanno l’inventario del contenuto dei bagagli mentre i ragazzi, eccitati per la partenza, ripetono numeri e frasi fatte che saranno utili per comunicare con gli italiani.
La famiglia Makawi guarda con malinconia le fotografie della vita prima della guerra: un terrazzo pieno di fiori, la luce del giorno e i sorrisi dei bambini, feste e compleanni, il salotto dove ricevere gli ospiti, l’Università, il lavoro.
Jamal, arrestato molte volte, è stato incarcerato per