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Guerra o pace, dove va la scuola pubblica?

19 venerdì Gen 2018

Posted by orukov in 2018, Anti-Militarismo, Augusta, Gianmarco Catalano, Restiamo umani, Senza categoria

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Anti-Militarismo, Augusta, Gianmarco Catalano, Sigonella

La militarizzazione dell’offerta formativa scolastica nell’esempio di Augusta

Una volta c’erano le visite ai musei, ai centri storici delle città, alle aree archeologiche e alle riserve naturali. Ora ci sono gli open days nelle basi militari. E ci si è ormai abituati a sapere di studenti guidati dai loro professori a spasso tra caserme, aeroporti, navi e aerei da guerra. Purtroppo si tratta di un fenomeno in crescita, il segnale di una preoccupante deriva in senso militarista nella didattica e nella cultura scolastiche.

La scuola che ripudia la guerra e forma cittadini educando alla pace. Oppure la scuola che forgia soldati e sudditi suscitando la passione per le armi, gli eserciti, la disciplina militare, la gerarchia e l’obbedienza all’ordine costituito come unici orizzonti di sicurezza in un mondo diviso in alleati e nemici. Cos’è, o meglio cosa sta diventando, la nostra scuola pubblica? E’ la domanda che emerge osservando la presenza, sempre più insidiosa, delle forze armate e dell’industria bellica nell’offerta formativa e nelle attività educative degli istituti scolastici italiani. Le città e regioni a esserne più interessate, non a caso, sono quelle ove maggiore è la presenza di basi, porti e strutture militari italiane, Nato o statunitensi.

Si prenda ad esempio la Sicilia e in particolar modo Augusta, dove l’intreccio tra scuola e ambienti militari risale ai tempi di Mussolini, se non di Cavour e Giolitti, ed è considerato un fatto normale per una città che è sede del Comando Marittimo di Sicilia nonché uno strategico polo navale Usa-Nato al centro del Mediterraneo. Nelle scuole di Augusta, in accordo con presidi e amministrazioni comunali, la Marina militare organizza manifestazioni culturali, sportive, concorsi a premi, e spesso sopperisce, con le proprie strutture militari, alla mancanza di impianti sportivi scolastici e comunali.

Così, per fare educazione fisica, le scuole sono costrette a bussare alle caserme. A dirla tutta, ultimamente, qualche difficoltà economica s’incontra persino per ritinteggiare le pareti e curare i giardini, tant’è che una volta ci hanno dovuto pensare i marines americani di stanza a Sigonella. E’ successo per alcune classi del 1° Istituto comprensivo “Principe di Napoli”, grazie alla mediazione di un club service. Anche se, va detto, i marines ad Augusta si sono dimostrati pure degli abili operatori ecologici. Lo ricorda bene la Commissione prefettizia, insediatasi in città dopo lo scioglimento del consiglio comunale per mafia, che dei militari statunitensi si è giovata per ripulire uno dei beni confiscati al clan Santapaola. Un terreno di una ventina di ettari bagnato dal mare di Baia d’Arcile che, ironia della sorte, i boss mafiosi avrebbero voluto destinare a residence proprio per gli operosi soldati a stelle e strisce.

istituto arangio ruiz, visita sigonella

*foto proveniente dal web

Non può stupire allora, benché amareggi, la notizia degli studenti del 2° Istituto superiore “Arangio Ruiz” condotti dai loro docenti, mercoledì scorso, a visitare la base militare di Sigonella, nell’ambito – particolare curioso – di un progetto destinato al contrasto della dispersione scolastica e all’inclusione dei ragazzi caratterizzati da particolare fragilità. Ma quali fini e valori educativi possono aver ispirato una siffatta “gita d’istruzione”? E, poi, che tipo di “inclusione” si è inteso promuovere per gli studenti in condizione di fragilità, mostrando loro cacciabombardieri e pattugliatori? 

Analoghi interrogativi erano stati sollevati, la scorsa estate, in occasione della festa della Marina militare ad Augusta, quando gli alunni dei principali istituti scolastici megaresi, accompagnati da genitori e docenti, erano stati chiamati dall’Ammiraglio Nicola De Felice a intonare cori e canzonette, direttamente all’interno della base di Terravecchia. All’evento dall’imbarazzante sapore balilla, aveva partecipato anche l’Assessore comunale alla Cultura, su delega del Sindaco, che ebbe così modo di ascoltare da un gruppo d’ignari bambini il seguente motivetto, tratto dall’Inno dei sommergibilisti di Mario Ruccione, l’autore di Faccetta nera: Andar pel vasto mar, ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! / Colpir e seppelir ogni nemico che s’incontra sul cammino! / E’ così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! / Del nemico e dell’avversità se ne infischia perché sa che vincera![1]

Tornando agli studenti del Ruiz, chissà se durante la visita militare a Sigonella, tra un aneddoto e l’altro, sia stato loro spiegato quali programmi e missioni di guerra vedono coinvolta – oggi – la Naval Air Station in uso agli Stati Uniti d’America. E chissà se nel corso della spiegazione sia venuto fuori pure qualche riferimento al “programma droni” del Pentagono e allo schieramento, proprio a Sigonella, dei famigerati aerei a pilotaggio remoto che innumerevoli crimini internazionali continuano a commettere in Paesi come il Pakistan, dove dalle bombe sganciate da questi velivoli, tra il 2004 e il 2014, sono stati uccisi oltre 3800 civili, di cui almeno 200 bambini[2]. Ecco, forse il comandante italiano della base avrà riferito che, grazie a un accordo tra Roma e Washington di cui nel febbraio del 2016 ha dato notizia il Wall Street Journal[3], questi droni armati – dietro formale autorizzazione dello stesso comandante – possono adesso decollare da Sigonella verso i teatri di guerra africani e mediorientali. Così come è probabile che sia stata descritta l’istallazione completata nell’ottobre dello scorso anno, sempre a Sigonella, della Joint Tactical Ground Station[4], una stazione terrestre della Us Army che ha la funzione di intercettare gli strikes di missili balistici e trasmettere le relative istruzioni d’attacco alle forze schierate in assetto operativo. E infine, vista la provenienza degli studenti, si sarà parlato anche del ruolo strategico di Augusta[5], considerata dal Pentagono come parte del complesso aeronavale di Sigonella, per rifornire di munizioni e carburante la Sesta flotta della Us Navy e i suoi sottomarini a propulsione e capacità nucleare che, per le loro comunicazioni, si servono anche della stazione Muos di Niscemi e del relativo sistema satellitare.

C’è da dubitare fortemente che tutto ciò sia stato raccontato. Ma se così fosse, gli studenti avrebbero adesso qualcosa di molto importante e gravoso intorno a cui riflettere, discutere, studiare, agitarsi, maturare. E in tal caso quella scuola avrebbe davvero promosso una “gita d’istruzione” in aderenza al proprio compito costituzionale: educare cittadini liberi, consapevoli e non indifferenti.

di Gianmarco Catalano

*Questo articolo è uscito venerdì 19 gennaio in versione cartacea per la rivista culturale La Civetta di Minerva

[1] Per guardare il video dell’accaduto: https://www.youtube.com/watch?v=6Ya4K8y0cTA ; e leggere la notizia pubblicata dal quotidiano MeridioNews: http://meridionews.it/articolo/55802/augusta-il-coro-della-scuola-intona-canzone-fascista-si-dovrebbero-insegnare-pace-e-rispetto-dei-popoli/

[2] Sui crimini dei droni Usa su scala globale e sul ruolo giocato da Sigonella, di recente si è tenuto a Catania un incontro, organizzato dal Comitato No Muos – No Sigonella in collaborazione con il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali di Berlino (ECCHR), che ha visto la partecipazione di giuristi di fama internazionale: https://nmenzulastrada.blogspot.it/2017/12/litalia-ripudia-la-guerra-convegno.html.  Sulle vicende pakistane, si guardi in particolare l’intervento di Shahzad Akbar, avvocato e direttore del Centro per i diritti umani in Pakistan:             https://www.youtube.com/watch?v=14VpgmgC6xI

[3] Rinvio all’articolo: https://www.wsj.com/articles/italy-quietly-agrees-to-armed-u-s-drone-missions-over-libya-1456163730

[4] Per saperne di più, si legga l’inchiesta del giornalista Antonio Mazzeo:              http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2017/12/sigonella-base-operativa-per-le.html

[5] Per un focus sulla presenza militare nel Siracusano e sul rischio radiologico nella città megarese, si veda quanto relazionato in occasione della conferenza svolta ad Augusta, nel maggio dello scorso anno, dal titolo Augusta, porto nucleare nella Sicilia avamposto di guerra: https://www.youtube.com/watch?v=_56o2kpowFU

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