• About Collettivo Antigone
  • Arte & Bellezza
  • Babel: other languages
  • Cinema
  • Contributors
  • Cookie Policy
  • Disobbedienza e Resistenza civile
  • English
  • I Figli della Fortuna
  • Il Corpo delle Donne
  • Muros
  • Our team
  • Programmazioni
  • Radio Bonn

Collettivo Antigone

~ Proteggere e custodire le leggi naturali di ogni essere vivente

Collettivo Antigone

Archivi della categoria: Voices from Syria

La fredda indifferenza

17 giovedì Gen 2019

Posted by claudialaferla in 2019, Claudia La Ferla, Collettivo Antigone, Guerra, R-esistenza, Restiamo umani, Senza categoria, Siria, syria, Voices from Syria

≈ Lascia un commento

Tag

Bambini, Children, Claudia La Ferla, Geert Cappelaere, Guerra, Hajin, rifugiati, Rukban, Siria, Unicef

Migliaia di civili sono intrappolati nel sud-est della Siria, dove persistono i combattimenti tra Isis e forze curdo-siriane sostenute dagli Usa. È questo l’allarme lanciato dall’Onu, secondo cui nella zona di Hajin, vicino al confine con l’Iraq, vi sono molte donne e bambini tra le persone che hanno urgente bisogno di aiuto umanitario. L’allarme più straziante arriva, infatti, dall’Unicef: 15 bambini sono morti nelle ultime settimane a causa del freddo e della mancanza di cure mediche, 13 di loro avevano meno di un anno. Otto di loro sono morti nel campo di Rukban per le temperature rigide, mentre altri sette sono morti nella fuga dal bastione jihadista di Hajin. Le gelide temperature e le dure condizioni di vita a Rukban, al confine sud occidentale della Siria con la Giordania, stanno sempre più mettendo a rischio le vite dei bambini che si trovano in campi improvvisati, dove le organizzazioni internazionali non arrivano. La situazione è drammatica anche nel vicino Libano con 66 campi in piena emergenza – si tratta delle foto delle tende di Arsal girate sul web negli ultimi giorni per creare una fake news sui terremotati del Centro Italia – anche se è in Siria che lo scenario diventa davvero devastante a causa dell’isolamento in cui sono costretti a vivere da anni gli sfollati.

In un solo un mese almeno 8 bambini, la maggior parte con meno di 4 mesi e il più piccolo nato da solo un’ora, sono morti, spiega in una nota Geert Cappelaere, direttore regionale dell’Unicef in Medioriente e in Nord Africa, aggiungendo che senza servizi di assistenza sanitaria solidi e accessibili, protezione e rifugi, molti altri bambini moriranno giorno dopo giorno a Rukban, Deir-Ez-Zor e in ogni altro luogo in Siria. Gli ultimi aiuti umanitari, portati da convogli dell’Onu solo dopo un estenuante negoziato, sono entrati all’inizio di novembre. I rifugiati vivono in mezzo al nulla, abbandonati a se stessi tanto che qualche giorno fa una donna ha tentato il suicidio dandosi fuoco con i figli per la disperazione. Lo scenario è desolante e disumano: tende portate via da vento e pioggia e pochi averi distrutti dall’acqua.

16426041_1537291792966815_9037049384623540933_n

Ph. Francesco Malavolta

Le vite dei bambini – denuncia l’Unicef – continuano ad essere stroncate da condizioni di salute che potrebbero essere prevenibili o curabili. A Rukban, dove l’80% delle circa 45.000 persone sono donne e bambini, il freddo intenso e la mancanza di cure mediche per le madri prima e durante il parto e per i neonati, hanno acuito le già difficili condizioni di vita per i bambini e le loro famiglie. Allo stesso tempo – spiega ancora l’Unicef – nella Siria orientale le dure violenze ad Hajin, nell’area di Deir-Ez-Zor, hanno causato lo sfollamento di circa 10.000 persone dallo scorso dicembre. Le famiglie alla ricerca di un luogo sicuro devono affrontare diverse difficoltà nel lasciare la zona di conflitto e rimangono al freddo in attesa per giorni senza rifugi o aiuti di base. L’UNICEF chiede a tutte le parti in conflitto e tutti coloro che esercitano un’influenza su di loro di garantire passaggi sicuri a tutte le famiglie alla ricerca di un luogo protetto fuori dalle aree di scontro e di facilitare l’accesso all’assistenza medica salvavita per i bambini ad Hajin e ovunque in Siria. I bisogni di assistenza a Rukban sono più che urgenti, sono estremamente gravi e iniziano a diventare una questione di vita o di morte.

I civili in fuga dagli scontri e dai raid USA ancora in atto nonostante l’annuncio del ritiro, arrivano ad Hajin, nel governatorato di Deir Ezzor, nei campi a nord gestiti dai curdi, a piedi sotto la pioggia torrenziale e la neve. Ci impiegano giorni a raggiungere un riparo, sfiniti e denutriti. Oppure arrivano nella provincia di Idlib, dall’altra parte, a ovest dove, secondo quanto denuncia l’Unhcr, almeno 11.000 bambini e le loro famiglie si sono ritrovati senza riparo a causa delle piogge che hanno colpito la zona e le temperature scese sotto lo zero. Le tende sono distrutte e non ci sono più coperte disponibili. Il numero di persone che si sono spostate a Idlib nel corso dell’anno è enorme – dice Caroline Anning di Save the Children – e c’è il rischio che altre ne arrivino. Arrivano, però, dove di aiuti ce ne sono ben pochi: mancano strutture mediche e la tempesta ha reso irraggiungibili molte aree della provincia.

Siria 2

Ph. Francesco Malavolta

Dall’inizio del conflitto sono morti migliaia di bambini, non solo per le armi, ma anche per malattie e malnutrizione in campi profughi come quelli colpiti dall’alluvione durante i giorni di Natale. Le tende dei campi di Idlib e Aleppo, infatti, sono state spazzate via dalla pioggia e dal fango nel più drammatico allagamento dall’inizio della guerra. In alcune zone l’acqua arrivava alle ginocchia sommergendo tutto ciò che i rifugiati possedevano. Anziani e bambini sono stati portati via a braccia pur di strapparli alla morte.

In Siria, tra gennaio e settembre, le Nazioni Unite hanno verificato l’uccisione di 870 bambini, il più alto numero di sempre nei primi 9 mesi di ogni anno da quando il conflitto è scoppiato.

La storia ci giudicherà per queste morti che avrebbero potute essere evitate – Geert Cappelaere.

Di Claudia La Ferla

Welcome to Germany. Here you are finally safe

04 venerdì Nov 2016

Posted by francescacola in Balkan Route, Collettivo Antigone, Eleonora Rossi, español, Francesca Colantuoni, Giada Pasqualucci, Giornata Internazionale del Rifugiato, I figli della fortuna, IOM / OIM, La memoria del futuro, Les enfants de la Fortune, MariaGrazia Patania, Massimo Micheli, Olocausto del Mare, Parole del Collettivo, Photography, R-esistenza, Rami, Refugees Welcome, Siria, Spanish, Traduzioni, Uomo Vs Soldato, VOCES DE SIRIA, Voices from Syria

≈ Lascia un commento

Tag

2016, Angela Merkel, Antigone, Babel, Collettivo Antigone, Germania, Germany, Rami, Refugees Welcome, Restiamo umani, Siria, Testimonianze, Traduzioni

EN ITA DE FR

Hola a todos,

Mi nombre es Rami y soy de Siria. Conocí a María en abril durante el primer encuentro del “BookClub” en la biblioteca pública de Bonn donde Larissa Bender presentó su libro “Innenansichten aus Syrien” (título original), una colección de historias, entrevistas y testimonios sobre la guerra en Siria. María se ofreció ayudarme a aprender el alemán y empezamos a encontrarnos regularmente. Me habló de este blog multicultural y me pidió que contara mi viaje desde Siria hasta Alemania.

Continua a leggere →

Welcome to Germany. Here you are finally safe!

08 mercoledì Giu 2016

Posted by orukov in 2016, Balkan Route, Collettivo Antigone, English, Francesca Colantuoni, Francesco Malavolta, Innenansichten aus Syrien, Larissa Bender, MariaGrazia Patania, R-esistenza, Radio Bonn, Rami, Refugees Welcome, Restiamo umani, Voices from Syria

≈ Lascia un commento

Tag

Antigone, Collettivo Antigone, Francesca Colantuoni, Francesco Malavolta, MariaGrazia Patania, Parole, Testimonianze

DE FR

Hi everyone!

I am Rami and I come from Syria. I met Maria at the public library in Bonn during the first BookClub meeting in April. On that occasion Larissa Bender introduced her book “Innenansichten aus Syrien”, a collection of stories, interviews and witnesses about Syrian war. Maria offered me some help to learn German and so we started to meet regularly. She also introduced me to this intercultural blog and suggested me to write about my journey from Syria to Germany.

Syria used to be a very nice country before the war started, a peaceful and happy country. Suddenly, just out of the blue, we found ourselves in hell. We couldn’t believe that what was going on in Syria was real… At the beginning we thought it was just a matter of time before we could go back again to our normal life. At that time I was working as an accountant for the Ministry of Finance in Syria while studying for a master in Banking&Finance. We have lived long in the hope that this war would have ended soon, but it kept going on and on.

mal 6

*Photo Copyright: Francesco Malavolta

Afterwards, I decided to flee my homeland with my older brother: we started from Lebanon and we had to take a boat from Lebanon to Turkey. In Tarablus harbour (Lebanon) there were more than 10.000 Syrians with many babies and it was so sad to look at those people who were just like me and had to leave their old life behind to start everything new in a country they have never seen before. We have waited 48 hours before the Lebanese police allowed us to get on board and while waiting I have met so many people there who shared plans and ideas. Most of the people wanted to reach Germany because Chancellor Angela Merkel announced that “Refugees from Syria are welcome to Germany”. Others wanted to go to England since they spoke English or to Sweden because other family members were already living there.

The ship started to move at 10 a.m. It was my first time on a ship. We arrived in Turkey at 4 p.m. The village was very small and from there we took a bus to Azmer, the journey has lasted 15 hours and then from Azmer we headed to a small nice city called Cesma. It was hard to communicate with people in Turkey since most of them don’t speak English and none of us knew Turkish. We booked a room in a hotel and finally after 4 exhausting days I could take a shower and sleep decently. After 3 days in Cesma we met a smuggler and headed to Greece. We started our journey at 5 p.m. and after 12 hours -at 5 a.m.- we arrived on a very beautiful island in Greece. Few hours later we took a ferry to Athens where we arrived at 1 p.m. and we decided to continue our journey with 2 guys from Syria.

mal 5

*Photo Copyright: Francesco Malavolta

We’ve spent 2 days in Athens and got ready for the second part of our journey: we had to buy jackets, clothes and food since we were forced by smugglers to leave all our belongings in Turkey. We took a bus to the Macedonian borders and we crossed them smoothly before taking a train to Serbia. There we had to walk more than 3 hours in the sun at midday so some people fainted while others got a sunstroke. Luckily enough our group was alright. A bus drove us to Budapest where we realised that Hungarian borders were closed so we had to stay there for a few days till Croatia opened its borders to refugees. As soon as we got there we met people from numerous countries: Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan, India, Bangladesh and of course Syria. In the early morning we took a train to Zagreb where we could rest for a while before leaving again to Austria. At that point I realised that the hardest part of our journey was over and it was just a matter of time till we reached our final destination: Germany.

As we arrived in Germany we found so many people smiling and waving to us. The first sentence I have heard in Germany was “Welcome to Germany. You are finally safe here“.

by Rami, Syria


Benvenuti in Germania. Qui siete al sicuro

Ciao a tutt*,

Mi chiamo Rami e vengo dalla Siria. Ho conosciuto Maria ad Aprile durante il primo incontro del BookClub organizzato nella libreria pubblica di Bonn quando Larissa Bender ha presentato il suo libro “Innenansichten aus Syrien”, una raccolta di storie, interviste e testimonianze sulla guerra in Siria. Maria si è offerta di aiutarmi a  imparare il tedesco e abbiamo iniziato a incontrarci regolarmente. Mi ha parlato di questo blog multiculturale chiedendomi di raccontare il mio viaggio dalla Siria alla Germania.

Prima della guerra la Siria era un paese molto bello e felice dove regnava la pace. D’un tratto ci siamo ritrovati all’inferno. Non riuscivamo a credere che quello che stava succedendo in Siria fosse vero… All’inizio pensavamo che presto tutto sarebbe tornato alla normalità. All’epoca lavoravo come contabile al Ministero delle Finanze e frequentavo un master in Banking&Finance. A lungo abbiamo vissuto nella speranza che la guerra finisse presto, ma purtroppo così non è stato.

kid

*Photo Copyright: Francesco Malavolta

Poi ho deciso di scappare dal paese insieme a mio fratello maggiore. Il viaggio è iniziato  dal Libano dove ci siamo imbarcati per la Turchia. Nel porto di Tripoli (Libano) c’erano oltre 10.000 siriani con tanti bambini piccoli: era veramente triste osservare quelle persone che proprio come me hanno dovuto lasciarsi la vecchia vita alle spalle per ricominciare da zero in un posto sconosciuto. Abbiamo aspettato 48 ore prima che la polizia libanese ci facesse imbarcare e durante l’attesa abbiamo conosciuto molte persone con cui abbiamo condiviso piani e idee. La maggior parte delle persone voleva arrivare in Germania perché la Cancelliera Angela Merkel aveva annunciato che “I rifugiati siriani sono i benvenuti in Germania”. Altri volevano andare in Inghilterra perché parlavano inglese e altri ancora in Svezia perché lì avevano dei familiari.

La nave è salpata alle 10 del mattino ed era la mia prima volta su una nave. Siamo arrivati alle 4 del pomeriggio in un piccolo villaggio della Turchia. Da lì abbiamo preso un autobus diretto ad Azmer. Abbiamo viaggiato per 15 ore e poi da Azmer ci siamo diretti verso una piccola città chiamata Cesma. Dal momento che in Turchia la maggior parte delle persone non parlava  inglese e nessuno di noi parlava turco, la comunicazione era molto complicata. Abbiamo preso una stanza in un hotel e finalmente dopo 4 giorni estenuanti ho potuto fare una doccia e dormire decentemente. Passati 3 giorni a Cesma, abbiamo incontrato un trafficante e ci siamo diretti in Grecia. Il nostro viaggio è cominciato alle 5 del pomeriggio ed è durato 12 ore: alle 5 del mattino dopo siamo arrivati su un’isola greca molto bella. Qualche ora dopo abbiamo preso un traghetto diretto ad Atene dove siamo arrivati alle 13 e abbiamo deciso di proseguire il viaggio con due ragazzi siriani.

mal rami 4

*Photo Copyright: Francesco Malavolta

Dopo 2 giorni ad Atene ci siamo preparati alla seconda parte del viaggio: abbiamo dovuto comprare giacche, vestiti, cibo perché i trafficanti non ci avevano permesso di portare nulla a bordo e quindi avevamo lasciato tutti i nostri averi in Turchia. In autobus siamo arrivati alle frontiere macedoni che abbiamo superato senza intoppi e da lì abbiamo proseguito in treno fino in Serbia. A quel punto abbiamo dovuto camminare oltre 3 ore sotto il sole cocente tanto che alcune persone sono svenute e altre hanno avuto una insolazione. Per fortuna nel nostro gruppo stavamo tutti bene. In bus abbiamo poi raggiunto Budapest dove siamo venuti a sapere che l’Ungheria aveva chiuso le frontiere e quindi ci siamo dovuti fermare lì per alcuni giorni finché la Croazia non ha aperto le sue frontiere ai rifugiati. Una volta giunti alle frontiere croate, abbiamo incontrato moltissime persone proveniente da pesi diversi: Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan, India, Bangladesh e Siria. La mattina presto siamo partiti in treno per Zagabria dove ci siamo potuti riposare prima di ripartire in direzione Austria. E’ stato qui che ho capito che la parte peggiore del viaggio era passata e ormai raggiungere la nostra meta finale -la Germania- era solo questione di tempo.

Appena giunti in Germania ad aspettarci c’erano moltissime persone che ci sorridevano e ci salutavano. La prima frase che ho sentito al mio arrivo in Germania è stata “Benvenuti in Germania. Finalmente siete al sicuro!“.

Traduzione di Maria Grazia Patania

Revisione di Francesca Colantuoni

seguici su

  • Visualizza il profilo di antigonecollettivo su Facebook
  • Visualizza il profilo di @collet_antigone su Twitter

Redazione

  • antigoneblog2015
  • babybutterfly04
  • claudialaferla
  • cristallina555
  • francescacola
  • morfea
  • orukov

Articoli recenti

  • A scuola di resistenza e resilienza generativa, il “Permaculture Design Certificate Course”
  • Piccolo viaggio alla scoperta della frontiera sud
  • Le radici contano solo se sei un albero
  • Agricoltura sostenibile e cambiamento climatico in Burkina Faso
  • Take her away. Away from here

Commenti recenti

simona su Un anno di scuola con Antigone…
Cristina Mattiello su Ai fratelli sconosciuti morti…
Agnes su Siamo tutti terroristi?
Hauke Lorenz su ViaCrucis Migrante
Anna Teresi su Un uomo di nome Giacinto. Un s…

Archivi

  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Mag 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Mag 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • Mag 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Mag 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015

Categorie

  • #MeToo
  • 2016
  • 2017
  • 2018
  • 2019
  • Africa
  • Ai Weiwei
  • Alberto Caviglia
  • Alejandro González Iñárritu
  • Alessandra Lucca
  • Alessia Alicata
  • Alessio Mamo
  • Alterrative
  • Ambiente
  • America Latina
  • Andrea Lucheroni
  • Andrew Wakeford
  • Annalisa Imperi
  • Anonimous
  • Anonyme
  • Anti-Militarismo
  • Antifascismo
  • antisemifobia
  • antisemitismo
  • Antonella Taravella
  • Antonio Parrinello
  • Apolidia
  • Architettura
  • Arruolamento forzato
  • Arte
  • Asia
  • Associazione italiana psichiatria sociale
  • Augusta
  • Aurora di Grande
  • Auschwitz
  • autodeterminazione
  • Babel
  • Balkan Route
  • Bambini soldato
  • Baobab Camp
  • Baobab Experience
  • Basilicata
  • Bologna
  • Bonnections
  • BonnLab
  • Burkina Faso
  • Carla Colombo
  • Children of Fortune
  • Children's Day
  • Chivasso
  • Christoph Probst
  • Cina
  • Cinéma du Desert
  • Cinema
  • Cinema africano
  • Cinema coreano
  • Cinema Italiano
  • Cinema Maliano
  • Cinema Messicano
  • Cinema palestinese
  • Cinema postcoloniale
  • Cinema siciliano
  • Claudia La Ferla
  • Claudio Beorchia
  • Collaborazioni
  • Collettivo Antigone
  • Collettivo's Words
  • Coltan
  • Como
  • Congo
  • Cooperativa Sicomoro
  • Crazy for football
  • Crazy for football-il libro
  • Cristina Monasteri
  • Daniel Libeskind
  • Daniela Mussano
  • Decolonizzazione
  • Denis Bosnic
  • Denis Mukwege
  • Desaparecidos
  • Deutsch
  • deutsche Widerstand
  • DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO
  • Die weiße Rose
  • DIE ZEIT ONLINE
  • Disobbedienza
  • Dissidenti
  • Domenico Monteleone
  • Doumbia
  • Egon Schiele
  • Eleonora Rossi
  • Elisa Springer
  • Elisabetta Evangelisti
  • Else Gebel
  • Emerson Marinho
  • English
  • Ernesto Montero
  • Esilio
  • español
  • Etiopia
  • Eventi
  • Events
  • Exile
  • Federica Loddi
  • Federica Simeoli
  • Federico Scoppa
  • Firenze
  • Fotogiornalismo
  • Français
  • Francesca Colantuoni
  • Francesco Faraci
  • Francesco Malavolta
  • Fred George
  • Free Open Arms
  • French
  • Frontiera
  • Fuocoammare
  • Gambia
  • Gaza
  • Giacomo d’Aguanno
  • Giada Pasqualucci
  • Gianfranco Rosi
  • Gianmarco Catalano
  • Giornata della Memoria 2017
  • Giornata della Memoria 2019
  • Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne
  • Giornata Internazionale del Rifugiato
  • Giornata Internazionale delle Donne 2018
  • Giorni della Memoria
  • Giorni delle Donne
  • Giulio Regeni
  • Go Back to Your Country
  • Guerra
  • Guinea
  • Hans Scholl
  • Hauke Laurenz
  • I figli della fortuna
  • I Giorni della Madre
  • I giorni della Madre 2018
  • I Giorni della Memoria 2018
  • I Giorni della Memoria 2019
  • I Giorni delle Donne, 2017
  • Il Corpo delle Donne
  • Il silenzio dei vivi
  • Innenansichten aus Syrien
  • IOM / OIM
  • Islam
  • Jüdisches Museum Berlin
  • Jean-Claude Chincheré
  • Johanna Schäfer
  • Jugend rettet
  • Julie Ristic
  • Kenya
  • Kevin McElvaney
  • Kim Ki-duk
  • L'isola che non c'è
  • La Macchina Sognante
  • La memoria del futuro
  • La Palermo degli Ultimi
  • La Rosa Bianca
  • Larissa Bender
  • Lavoro Minorile
  • Les enfants de la Fortune
  • Leva obbligatoria
  • Libano
  • Life Jacket Project
  • ll Corpo delle Donne
  • Lorenzo Tondo
  • Luana Bruno
  • Lucia Cupertino
  • MA-EC
  • Madri
  • Madri di Plaza de Mayo
  • Mali
  • Marc Rothemund
  • Margine Protettivo
  • MariaGrazia Patania
  • Marina Galici
  • Marta Bellingreri
  • Marzamemi
  • Massimo Micheli
  • MateriaPrima
  • Maternità Universale
  • MB
  • MEDIPERlab
  • MEDU-Medici per i Diritti Umani
  • Mely Kiyak
  • Messico
  • MeToo
  • Michael
  • Michael Verhoeven
  • Michela Gentile
  • Michelangelo Mignosa
  • Milano
  • Mockumentary
  • Monaco
  • Mostre
  • Mostre fotografiche
  • Muros
  • Musica
  • Nazismo
  • No Tav
  • Olocausto
  • Olocausto del Mare
  • Ornella SugarRay Lodin
  • Oswiecim
  • Pablo Neruda
  • Palermo
  • Panzi Hospital Congo
  • Papis
  • Parole del Collettivo
  • Pecore in Erba
  • Periferie urbane
  • Permacultura
  • Photography
  • Plaza de Mayo
  • Poesia
  • Português
  • postcolonial cinema
  • Prigioni
  • Progetti
  • Projects
  • Puglia
  • Punta Izzo Possibile
  • R-esistenza
  • Radio Bonn
  • Ramadan
  • Rami
  • Razzismo
  • Refaei Shikho
  • RefugeeCameras
  • Refugees Welcome
  • Resistenza tedesca
  • Restiamo umani
  • Riccardo Pareggiani
  • Roberta Conigliaro
  • Roberta Indelicato
  • Rodrigo Galvàn Alcala
  • Roma
  • Scultura
  • Scuole Verdi Augusta
  • Segregazione
  • Senza categoria
  • Sguardi dalla Siria
  • Sicilia
  • Simona D'Alessi
  • Siria
  • Sophie Scholl
  • Sostenibilità
  • Souleymane Cissé
  • Spanish
  • Stati Uniti
  • Stay Human
  • Stealthing
  • Street Art
  • Sudan
  • Sylvie Pavoni
  • syria
  • Tamara de Lempicka
  • Teatro
  • Teatro Atlante
  • Teatro dell´assurdo
  • Terremoto
  • Testimonianze
  • The Dawn of Recovery – MSF Giordania
  • Torino
  • Tornate a Casa Vostra
  • Traduzioni
  • Translations
  • Ugo Borga
  • Uomo Vs Soldato
  • Valentina Rossi
  • Valentina Tamborra
  • Valerio Bispuri
  • ViaCrucis Migrante
  • VOCES DE SIRIA
  • Voices from Syria
  • Willi Graf
  • Women's Day
  • WordSocialForum
  • World Press Photo 2018
  • Yacob Fouiny
  • Youba
  • Zentrum für politische Schönheit
  • Ziad Homsi

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei Commenti
  • WordPress.com

Blog su WordPress.com.

Annulla
Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie