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Collettivo Antigone

~ Proteggere e custodire le leggi naturali di ogni essere vivente

Collettivo Antigone

Archivi della categoria: Hans Scholl

La Rosa Bianca – Sophie Scholl: la coscienza morale nel conflitto physis-nomos.

29 venerdì Gen 2016

Posted by orukov in 2016, antisemitismo, Cinema, Claudia La Ferla, Collettivo Antigone, deutsche Widerstand, Die weiße Rose, Disobbedienza, Else Gebel, Eventi, Giorni della Memoria, Hans Scholl, Marc Rothemund, Michael Verhoeven, Nazismo, Olocausto, Olocausto del Mare, Progetti, R-esistenza, Refugees Welcome, Resistenza tedesca, Restiamo umani, Senza categoria, Sophie Scholl

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Antigone, Claudia La Ferla, Collettivo Antigone, Else Gebel, Marc Rothemund, Michael Verhoeven, Olocausto, Olocausto del Mare

La memoria è tutto ciò che abbiamo per ricordare chi siamo e soprattutto dove andiamo. Chi perde la memoria è una tabula rasa priva delle proprie radici. Chi perde la memoria perde l’essenza di sé. Chi perde la memoria cancella ciò che è stato, artefice di ciò che è. Chi perde la memoria cancella gli orrori eliminando diritti e responsabilità. Chi perde la memoria sceglie l’oblio. La memoria è tutto ciò che abbiamo per rendere le cose immortali. La memoria è sacra per non commettere di nuovo.

Questa digressione iniziale si collega al ruolo che spesso il cinema riveste di “finestra sulla storia” o “tavolozza della memoria” affinché l’occhio vedendo/(ri)vivendo non dimentichi. Il film La Rosa Bianca – Sophie Scholl, vincitore al Festival di Berlino nel 2005 del premio come miglior regia e miglior attrice, ben incarna questa visione di “storia tangibile” narrando fedelmente gli ultimi giorni – dal 17 al 22 febbraio 1943 – di Sophie Scholl, ricostruendo la sua vicenda processuale e evidenziando il coraggio di una giovane donna di fronte alla barbarie del totalitarismo nazista. Il 17 febbraio del 1943, quando il governo tedesco dichiarò caduta e perduta Stalingrado, un gruppo di studenti dell’università di Monaco peccò di eccessivo ottimismo pensando che la fine della guerra fosse ormai prossima dando vita al movimento di resistenza studentesco de La Rosa Bianca. I fratelli Scholl, Hans e Sophie, si offrirono volontari per la causa disseminando, lungo i corridoi dell’ateneo, centinaia di volantini di denuncia contro i crimini nazisti. Sorpresi da un sorvegliante, furono interrogati dalla Gestapo, processati dalla Corte Popolare di Giustizia e condannati alla ghigliottina in soli cinque giorni.

LaRosaBiancaSophieSchool

Il regista Marc Rothemund si avvale per la sceneggiatura, e quindi per il taglio del film, di documenti autentici, ossia i verbali degli interrogatori di Sophie: proprio per questo la storia del gruppo non è in primo piano, mentre lo sono la personalità, lo spirito civico ed etico di Sophie e di suo fratello. Il fatto, quindi, che le scene degli interrogatori di Mohr a Sophie riproducano fedelmente quelli veri, assottiglia quasi fino ad annullare la soglia di realtà/rappresentazione caricando emotivamente ogni singolo fotogramma. Lui è un poliziotto già affermato, che ha prestato servizio sotto altri governi prima di Hitler, non è un uomo di partito, non è un fanatico ma un acritico servitore dello stato e della legge che ritiene un meccanico dovere applicarla, per questo si considera irresponsabile. Ma qualcosa alla fine sembra intaccarlo: la studentessa (sua perfetta antitesi) che rivendica per sé ogni responsabilità coprendo gli altri e addossando tutto a sé e al fratello Hans. Mohr rivela anche di avere un figlio della sua stessa età, sul fronte russo, e offre a Sophie una scappatoia, ovvero denunciare gli altri, ma lei rifiuta.

Già nel 1982 il regista Michael Verhoeven si era occupato della storia di questo movimento. Il suo film La Rosa Bianca era stato ostacolato in ogni modo ed era stato soggetto a violente critiche da parte dell’establishment dell’epoca. Pare che Marc Rothemund abbia chiesto il permesso a Verhoeven per parlare di nuovo della Rosa Bianca, ma questa volta dal punto di vista di Sophie Scholl, l’unica donna del gruppo, ed il membro più giovane. Verhoeven allora avrebbe risposto entusiasticamente, sottolineando come sia importante l’apporto delle generazioni più giovani (Rothemund è del 1968) per tenere viva la memoria di questo gruppo e di chi ne ha fatto parte. Per la realizzazione di Sophie Scholl il regista e lo sceneggiatore Fred Breinersdorfer si sono potuti servire di materiali inaccessibili prima degli anni ’90, come le trascrizioni dei verbali degli interrogatori della Gestapo e del processo contro gli esponenti di spicco della Rosa Bianca. Questa volta però ci troviamo davanti a un’opera con un diverso respiro e con una diversa storia, che prende corpo dal ritrovamento di documenti inediti conservati per decenni negli archivi della Germania Est e resi pubblici soltanto nel 1990. A partire dai verbali originali degli interrogatori e dalle numerose testimonianze, come quella della compagna di cella Else Gebel, Rothemund costruisce un film dove quasi tutte le parole e le azioni sono autentiche. Lungo tutto il film, ogni movimento di macchina mette il personaggio di Sophie al centro della scena e del conflitto. Sophie, infatti, come Antigone è scissa da quel conflitto che ha attraversato secoli di storia: seguire la legge della natura o la legge dello Stato? Davvero non può esservi alcun punto di contatto tra physis e nomos davanti a un diritto inalienabile come quello alla vita? Sophie come Antigone seguirà la “legge naturale” pagando questa scelta con il prezzo più alto.

sophie s

Dice lo stesso regista: «il mio film si concentra solo su Sophie Scholl e la segue all’interno del suo turbolento viaggio emotivo verso la morte. Abbiamo ricostruito l’interrogatorio con la Gestapo, il processo, riportato in vita il “giudice sanguinario” Roland Freisler e anche descritto la prigionia di Sophie a Stadelheim: la sua ultima sigaretta, l’addio ai genitori, l’ultimo pasto, le preghiere e l’esecuzione. Ma forse ciò che contraddistingue questo film dai precedenti è che abbiamo potuto consultare documenti ancora inediti negli anni Ottanta». E aggiunge: «La mia generazione di registi non prova alcuna colpa verso il passato, ma allo stesso tempo ha la necessità di mantenere vivo, soprattutto nei giovani, il ricordo di quanto è accaduto. Oltretutto siamo forse gli ultimi che hanno ancora il privilegio di porre delle domande ai testimoni dell’epoca».

Sophie d’altra parte non è sostenuta solo dalla tenacia di chi crede in ciò per cui combatte, ma anche dalla forza della sua fede in Dio, da cui non si sente mai abbandonata. La ragazza mente e nega, ricorre a strategie e provocazioni, sembra cedere e si riprende con rinnovata forza, arrivando quasi a disarmare il suo avversario Mohr. Il finale risulta, inoltre, particolarmente saturo di emotività nella sequenza che dalla cella vede Sophie giungere alla sala dell’esecuzione. Sophie passa dal buio e angusto spazio della cella al cortile esterno in cui il sole per un breve attimo le illumina il viso sigillando, nell’orrore di quel momento, un calore di salvezza e speranza. Dopo l’arrivo alla ghigliottina, lo schermo va a nero ma il regista opera la forte scelta di lasciare solo l’audio con il rumore della ghigliottina e delle teste che cadono per terra intessendo così un crescendo di tensione emotiva. Veniamo privati in questo caso di un senso fondamentale (soprattutto per il cinema) come la vista ma la carica emotiva esplode facendoci “rimanere ciechi” nel buio dello schermo costretti a sentire l’eco della vergogna di chiamarci uomini e donne.

di Claudia La Ferla

*foto prese dal web e tratte dal film

Sophie Scholl e le parole della disobbedienza

28 giovedì Gen 2016

Posted by orukov in 2016, antisemitismo, Christoph Probst, Collettivo Antigone, deutsche Widerstand, Die weiße Rose, Disobbedienza, Eventi, Giorni della Memoria, Hans Scholl, La Rosa Bianca, MariaGrazia Patania, Monaco, Nazismo, Olocausto del Mare, Parole del Collettivo, Progetti, R-esistenza, Refugees Welcome, Resistenza tedesca, Restiamo umani, Sophie Scholl, Testimonianze, Traduzioni, Willi Graf

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Antigone, Collettivo Antigone, MariaGrazia Patania, Olocausto del Mare, Parole, Testimonianze, Traduzioni

*E´ arrivato il momento della resa dei conti, della resa dei conti della gioventù tedesca nei confronti della più detestabile tirannia mai sofferta dal nostro popolo. In nome di tutta la gioventù tedesca chiediamo che ci venga restituita la libertà personale che costituisce il bene più prezioso del popolo tedesco e ci è stata sottratta dal governo di Adolf Hitler nel più meschino dei modi. […] Un solo motto ci guida: Lotta contro il partito! […] Le minacce non ci spaventano, nemmeno la chiusura delle nostre scuole. Tocca ad ognuno di noi lottare per il nostro futuro, per la nostra libertà e il nostro onore rispondendo alla nostra responsabilità morale. […] Il popolo tedesco sarà marchiato per sempre, se la gioventù tedesca non alza la testa, non si vendica e contemporaneamente espia le sue colpe, se non si libera di chi la tortura e non costruisce una nuova Europa*

Estratto da un volantino de La Rosa Bianca

Sophie Scholl nacque nel 1921 a Forchtenberg ed era la quarta di sei figli. Sophie Scholl venne uccisa nel 1943 in seguito a un processo farsa che la condannava per alto tradimento dopo essere stata scoperta a distribuire all’università di Monaco volantini rei di fiaccare il morale del deutsches Volk in tempi di guerra. Sophie Scholl fu uccisa per le sue parole ribelli e disobbedienti.

A 12 anni entrò a far parte di una organizzazione affiliata al governo nazista, la Lega delle Ragazze tedesche, di cui inizialmente ammirò le attività ricreative. In quegli anni sviluppò un sempre crescente amore per la lettura e si radicò in lei un estremo amore per l’umanità di matrice fortemente cattolica. Parallelamente il volto disumano delle leggi razziali e la pericolosa china presa da Hitler insinuarono sempre più dubbi nei confronti di quelle politiche spietate. La sua dissidenza trovò terreno fertile fra le mura domestiche: il padre era un fervente oppositore del nazismo e osteggiò in ogni modo le inziali affiliazioni ad esso da parte dei suoi figli.

hans_sophie_scholl

*foto presa dal web che ritrae Sophie con il fratello Hans

Nel 1942 si trasferì a Monaco per iscriversi all’università e col fratello Hans -a cui era legatissima- iniziò a frequentare gruppi di intellettuali contrari al regime. Il gruppo La Rosa Bianca fu fondato da Hans Scholl, Willi Graf e Christoph Probst senza inizialmente coinvolgere Sophie, la quale si unì in seguito e subito iniziò la sua militanza sfruttando la relativa sicurezza che le offriva il suo essere donna in grado di eludere i controlli più facilmente.

Il 18 Febbraio 1943 Sophie, Hans e altri membri de La Rosa Bianca furono arrestati in quanto colpevoli di distribuire volantini contrari allo sforzo bellico del regime. Durante il finto processo e prima dell’esecuzione, Sophie avrebbe pronunciato le seguenti frasi:

–Qualcuno doveva cominciare dopo tutto. Quello che NOI abbiamo avuto il coraggio di scrivere, in realtà sono in tanti a pensarlo. Solo non hanno avuto modo di dirlo apertamente.

–Nulla vale meno di una nazione che consente a un gruppuscolo di persone di governare senza opposizione alcuna e sulla base degli istinti più bassi… La civiltà occidentale deve difendersi dal fascismo e generare una resistenza passiva prima che anche l’ultimo giovane muoia in qualche campo di battaglia

–Come possiamo aspettarci che la giustizia trionfi se nessuno intende votarsi ad una giusta causa… E´ un giorno così bello e il sole splende, eppure io devo andare… Ma che importanza ha se io muoio? Che importanza ha se grazie a noi migliaia di persone si sveglieranno dal torpore e si decideranno ad agire?

Ho scelto di ricordare l’Olocausto tramite una donna, Sophie Scholl, e un movimento di resistenza tedesco per via della loro disobbedienza. Ancora oggi in Italia sono pressocchè sconosciuti anche ai più ferrati in materia. Sembra quasi che in Germania non ci siano stati resistenza, opposizione e dissenso. Non è così. A Berlino un intero museo è dedicato alla resistenza, principalmente proveniente dagli ambienti cristiani e comunisti, e vale sicuramente una visita.

*Tedeschi! Voi e i vostri figli volete forse patire lo stesso destino degli Ebrei? Volete essere giudicati secondo gli stessi criteri di chi vi guida? Vogliamo davvero essere per sempre il popolo più reietto e detestato del mondo? NO! Pertanto prendete le distanze dai nazionalisti sub-umani. Dimostrate con le azioni il vostro dissenso! Sta iniziando una nuova guerra di liberazione! La parte migliore del nostro popolo lotta al nostro fianco. Squarciate il velo di indifferenza che soffoca il vostro cuore! Decidete da che parte stare prima che sia troppo tardi!*

Estratto da un volantino de La Rosa Bianca

sophie

Io sono donna come Sophie e ogni giorno mi chiedo se sarei altrettanto coraggiosa da resistere alla tortura, alla morte guardata dritta negli occhi pur di proteggere i valori in cui credo. Ciascun* di noi ha il dovere di custodire e preservare la sua eredità. Inoltre, occorre comprendere che ci sono tempi in cui non si può rimanere indifferenti. Bisogna schierarsi nettamente perchè l’indifferenza costituisce un oltraggio passivo insopportabile. E in quei momenti, quando pensiamo di essere troppo piccoli per cambiare un mondo troppo ingiusto, dobbiamo ricordarci di questi uomini e donne -giovanissim*- che con mezzi rudimentali si armavano di penne e pensiero per contrastare una barbarie fatta di armi e torture. Soprattutto dobbiamo chiederci come vogliamo essere ricordati dalla storia. Restiamo disobbedienti di fronte a delle leggi ingiuste che oltraggiano l´umana dignità scegliendo di obbedire alla nostra coscienza!

*Solo con una lungimirante cooperazione dei popoli europei potremo ottenere la base su cui costruire un nuovo futuro […] La classe operaia deve essere liberata dalla sua condizione di semi-schiavitù tramite un socialismo efficace […] Ogni popolo, ogni essere umano ha il diritto di godere dei doni del mondo. Libertà di parola, libertà di coscienza, protezione per ciascuno dagli arbìtri della violenza: queste sono le fondamenta della nuova Europa. Sostenete il movimento di resistenza, fate girare questo volantino!*

di Maria Grazia Patania


Quando ho visitato Monaco per la prima volta, sono andata a trovare Sophie presso l’università dove fu arrestata. A terra si vedono ancora i volantini che hanno condannato i membri de La Rosa Bianca (foto sopra). Nonostante sia un argomento poco conosciuto, esistono documentari e film in merito. Uno di essi ci verrà raccontato domani da Claudia La Ferla con una recensione. Le traduzioni dei testi riportati sopra le ho fatte io stessa.

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