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Articolo 10
Nessuno deve essere perseguito per le sue opinioni, anche quelle fondamentali. La donna ha il diritto di salire sul patibolo; ella deve avere ugualmente il diritto di salire sulla Tribuna, purché le sue manifestazioni non turbino l’ordine pubblico stabilito dalla legge.
Sguardi sognanti verso un futuro ancora incerto. Occhi di donne desiderosi di guardare nuove terre e di vivere un tempo che sia finalmente radicato a termini quali “diritto” e “libertà”. Ma le terre al di qua del mare non sono luoghi dorati in grado di realizzare sogni e tanto meno capaci di mantenere le aspettative. Penso a corpi di donne bruciati, martoriati, gettati in un fosso, sfregiati con l’acido e infinite volte graffiati e percossi con la violenza delle parole. Esiste ancora una colpa nel cui nome brute mani “puniscono”: la colpa di chiamarsi donna. Come un peccato originale che ci si porta sulle spalle è difficile conquistare credibilità, responsabilità, professionalità, perché l’amara verità è che spesso, per una donna, il termine CONQUISTA pesa più di un macigno. Quasi come fosse una lotta per l’appropriazione indebita di qualcosa che non le appartiene, una donna deve dimostrare di potercela fare, di essere intelligente, di poter ricoprire un ruolo e soprattutto di non essere stata “progettata” rimanere incastrata dentro una categoria prestabilita. Una donna può essere tutto ciò che vuole. Continua a leggere