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Antimafia, Capaci, Collaboratori di Giustizia, Giovanni Falcone, memoria, Palermo, Paolo Borsellino, ricordanza, riminescenza, Via D'Amelio
Memoria: da mèmor, che si ricorda; è la facoltà di ritenere e riprodurre i pensieri primitivi senza che ritorni l’occasione che li suscitò. Cosa data, lasciata o posta in contrassegno per ricordare.
A parlare propriamente, Memoria è la facoltà di ritenere; Reminiscenza la facoltà di richiamare alla mente le cose apprese e Ricordanza lo stato passivo della mente, alla quale senza sforzo e ricerca si presentano le cose altra volta apprese.
Avevo 8 anni.
Ricordo, stavo mangiando una cotoletta davanti alla tele. La nonna me l’aveva tagliata a pezzetti seminando nel piatto briciole unte di pan grattato. Stavo accucciata sul tappeto, annoiata dall’inizio improvviso del tigì, un gomito appoggiato al tavolino di vetro. La tele trasmetteva immagini che non comprendevo fino in fondo anche se avevo la netta sensazione che fosse successo qualcosa di grave.
Un incidente, doveva essere stato quello a bloccare la strada.
Dalle parole dei giornalisti capii che, no, non era stato un incidente.
L’attentato – imparai una nuova parola quel giorno – aveva causato la morte di molte persone.
“Capaci”, diceva il cartello.
Capaci di cosa? – mi chiedevo, masticando la carne ormai fredda.
Guardavo il retro di un’automobile bianca che stava ferma in mezzo alla carreggiata, sepolta e circondata di detriti. Pezzi di asfalto, polvere, pietre. Poi, altre auto con i vetri in frantumi e le lamiere bollate.
Tra i rottami vi erano uomini che si guardavano intorno: le facce incapaci di qualsiasi espressione, gli occhi sbarrati e lo sguardo disorientato di chi torna a casa e la trova rasa al suolo. Stavano in piedi sui pezzi di strada che, saltati in aria, erano atterrati uno sopra l’altro. I lembi d’asfalto, così mal disposti, mostravano un cratere di terra che si allargava fino ai terreni limitrofi, tra gli ulivi e i cespugli che crescevano alle porte di Continua a leggere