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Collettivo Antigone

~ Proteggere e custodire le leggi naturali di ogni essere vivente

Collettivo Antigone

Archivi tag: resistenza

Pornografia di una strage

22 mercoledì Ago 2018

Posted by cristallina555 in 2018, Collettivo Antigone, Disobbedienza, R-esistenza, Restiamo umani, Senza categoria

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Costa Concordia, Dignità, Funerali di Stato, Genova, Italia, Lutto, Presidente della Repubblica, resistenza, Rispetto, Selfie, Stato, Zena

Ricordo l’indignazione causata dai turisti dell’orrore che scattavano foto ricordo, in gruppo o in coppia ma anche da soli davanti all’azzurro mare d’Agosto, con la carcassa della Costa Concordia alle proprie spalle.
La nave da crociera su cui morirono trentadue persone in una delle prime notti del 2012.

Dopo la Costa Concordia me li aspettavo gli avvoltoi col bastone da selfie, in agguato pronti a partecipare alla morte annunciata come un corpo solo, incapace e disorientato. Ma non ero preparata. Non ci sia abitua a certe cose.

Questo popolo senza vergogna che arriva ad attaccare il Papa come aggredirebbe qualunque furbetto passato avanti nella fila in Posta: dopo cinquant’anni di DC (colei che non deve essere nominata ma che sopravvive al suo corpo impiantandosi nel fisico più debole che trova nei paraggi), gli attacchi al “Santo Padre” mi colpiscono più del vilipendio al Presidente della Repubblica, forse perché le orecchie sono più abituate dopo un Ventennio inflazionato da Berlusconi, instancabile (almeno in questo lo è stato) contro la magistratura e i principi democratici.

Senza vergogna.
Osservare le immagini dei funerali di Stato è stato penoso per le famiglie delle vittime che in un giorno di indicibile dolore si sono ritrovate nel pieno della Propaganda tra gli applausi e i sorrisi dei fan, le foto ricordo, le strette di mano.
Scene grottesche di isteria comandata.

Certo, i due dovevano pur entrare in quel salone.
Certo. Dovevano entrare: bastava non fermarsi, rimandare le strette di mano, tenere a bada le reazioni della gente, fare esercizio di decenza, avere rispetto del dolore.
Sono stufa ma dai due Vice non m’aspettavo nulla di meglio. Lo stile è sempre lo stesso.
Ma gli altri? Gente adulta “che ha lavorato tutta la vita”, “gente umile” che non s’arroga il diritto di vita e morte di pochi disperati alla deriva, io dico: non lo sapete cosa è il dolore?
Ci siamo scordati cos’è il lutto?

A suon di proclami e numeri illogicamente estrapolati da contesti inventati, a forza di dirvi che siete “stanchi di sopportare”, a furia di dipingervi come egoisti, aridi occupanti di un suolo definito da linee immaginarie vi hanno derubati di una cosa che non si compra su stileleganord.com o nello store del M5S tra le cover per smartphone e le tovagliette per la colazione. La dignità di un popolo non si compra con o senza 80 euro al mese, proclami irrealizzabili, promesse strampalate e vendette giurate o rivalse ridicole.

Le famiglie delle vittime hanno assistito agli applausi per due tronisti, hanno udito i fischi per l’opposizione, hanno visto i sorrisi allegri e la tristezza posticcia dei curiosi, gli sguardi bassi e gli occhi che cercavano mani da stringere come a un comizio.

Però era un funerale.

Sono morte 43 persone.

L’Italia è in agonia e degli italiani non v’è traccia, sono impegnati nel mettersi in mostra accanto al suo corpo martoriato: una carcassa da smantellare, alla deriva, incagliata, rovesciata e dilaniata mentre il Capitano osserva lo scempio da una scialuppa, puntando il dito contro lo scoglio.

R-esistiamo!

Viva l’Italia!
Viva Zena, la bella.

Nessun Uomo è un’isola

13 mercoledì Giu 2018

Posted by cristallina555 in 2018, Africa, Antifascismo, Arruolamento forzato, Asia, Balkan Route, Bambini soldato, Collettivo Antigone, Cristina Monasteri, Decolonizzazione, DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO, Disobbedienza, Frontiera, IOM / OIM, Leva obbligatoria, Michelangelo Mignosa, Olocausto del Mare, Photography, R-esistenza, Razzismo, Refugees Welcome, Restiamo umani, Senza categoria, Stay Human

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Accoglienza, aprite i porti, Aquarius, Arruolamento forzato, Balkan Route, Carestia, Collettivo Antigone, Governo Italiano, Guardia Costiera, Guerra, human rights, Immigrazione, IOM, John Donne, Libia, Mediterraneo, Michelangelo Mignosa, Migrations, OIM, ONG, open borders, Photography, Poveri Cristi, Refugees Welcome, resistenza, Rohingya, SOS Mediterranée, Turchia, Umanità, umanità aperta

Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d’uomo mi diminuisce,
perché io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.

John Donne

 

2

Photo Copyright: Michelangelo Mignosa – Poveri Cristi

 

L’abbiamo scritto in più occasioni ma è il caso di ribadirlo: i flussi migratori provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente coinvolgono i paesi Mediterranei a partire dalla fine degli anni Ottanta del Novecento e cioè dalla caduta del Muro di Berlino. Non si tratta di un’emergenza bensì di una situazione che non può continuare a essere ignorata nascondendosi dietro le linee immaginarie dei confini, senza considerare che ogni Stato appartiene a un contesto globale fatto di interconnessioni e di equilibri economici, sociali e culturali in continua trasformazione proprio alla luce delle strategie politiche di ogni paese.

I confini esistono proprio perché nessun paese è una zattera alla deriva nello Spazio. Perché non iniziare a considerarli come “giunture” piuttosto che barriere?

I flussi migratori non cesseranno ora, ne’ nei prossimi anni perché nel Mondo esistono conflitti che causano milioni di sfollati.
Non si può però pensare alla guerra come all’unico “motivo valido” per fuggire dal proprio paese. Le altre cause di migrazione massiva sono i disastri naturali causati dalla deforestazione, i terremoti e gli tsunami che da decenni colpiscono i paesi asiatici e quelli africani; le carestia e le condizioni di estrema povertà (Sudan e Sud Sudan, ad esempio); le persecuzioni religiose (ricordiamo la tragedia vissuta dal popolo Rohingya ); le numerose dittature e le forme di governo autoritarie che privano la propria popolazione dei diritti umani o che obbligano all’arruolamento forzato.

 

Tutta l’Africa in Italia non ci sta.

Nel settembre del 2015, il Consiglio europeo per la Giustizia e gli Affari Interni, ha adottato nuove misure per la ridistribuzione dei richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia. Tra il 2015 e il 2018, l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (IOM) ha assistito alla ricollocazione in altri paesi europei di quasi 35 mila persone bisognose di protezione internazionale, poco meno di 600 tra loro sono i minori non accompagnati.

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Fonte: IOM – sezione Relocated

 

La tratta*

La presenza di conflitti o disastri ambientali nel paese di partenza (non necessariamente è il paese di origine), rende i migranti più vulnerabili al traffico di esseri umani durante il viaggio verso l’Europa, soprattutto sulla route del Mediterraneo centrale, rispetto alla route balcanica.
Quando parliamo di tratta, di traffico di esseri umani, intendiamo in primis le condizioni di detenzione e schiavitù in cui versano le persone in stallo nei campi libici: spesso i trafficanti tengono uomini, donne e bambini in ostaggio e, solo quando le condizioni di salute sono tanto critiche da impedire ulteriori sfruttamenti, vengono imbarcati e lasciati alla deriva in mare. Molte donne subiscono violenze sessuali: è questo il motivo per cui ci sono molte donne incinte a bordo delle imbarcazioni recuperate dalle ONG e dalla Guardia Costiera.

Libia e Turchia, porte verso l’Occidente?**

La Libia è uno tra i paesi di transito e la situazione politica attuale la rende uno degli stati in cui i migranti sono maggiormente vulnerabili allo sfruttamento e al traffico di esseri umani.
Molti rifugiati dichiarano di essere stati imbarcati con la forza, altri con l’inganno di una prospettiva lavorativa, altri ancora con proposte di matrimoni combinati. I minori non accompagnati sono le vittime più comuni della tratta.

La Turchia ha rappresentato, negli ultimi decenni, un paese di passaggio per le popolazioni dell’Asia provenienti soprattutto dal Medio Oriente, ma rappresenta anche una destinazione per molti di loro: secondo il DGMM (Direzione Generale Turca per le Migrazioni), quasi 4 milioni di migranti sono presenti nel territorio turco, la maggior parte di loro proviene dalla Siria, dall’Iraq, dall’Iran e dall’Afghanistan.

 

Al di là della propaganda elettorale e delle notizie parziali o addirittura false, al di là delle ridicole moltiplicazioni tra il numero di persone in arrivo e i fantomatici trentacinque euro al giorno, al di là della cattiva fede di un Governo che tiene in ostaggio più di 600 persone in mare aperto in condizioni disumane perché poco avvezzo alla diplomazia e alle pratiche democratiche nel rispetto della legge e degli accordi siglati, ci chiediamo come poter estirpare il germe d’odio che soffoca gli italiani.

Soprattutto, ci chiediamo come persone con due gambe e due braccia, soprattutto due occhi e una testa, persone che vivono intorno a noi, che amano i propri figli, che amano gli animali, persone stese in spiaggia accanto a noi, in fila alla posta con noi, persone in coda alla cassa del supermercato, persone che preparano i nostri pasti, che ci vendono gli abiti, persone che ci aggiustano i telefonini o che ci consegnano la pizza a casa; ci chiediamo come sia possibile per queste persone cedere alla faciloneria di assenteisti e ipocriti piuttosto che fare seriamente propri i valori cristiani fondativi della nostra civiltà.

Possibile che i protettori della cultura cattolica si battano per un crocifisso e non per un povero Cristo?

 

 

R-esistete


*
http://migration.iom.int/docs/Migrant_Vulnerability_to_Human_Trafficking_and_Exploitation_Brief_November_2017.pdf

 

** http://migration.iom.int/docs/DTM%20Libya%20Round%2018%20Migrant%20Report%20(March%202018).pdf

http://migration.iom.int/docs/Flow_Monitoring_Surveys_Analysis_Report_Turkey_May_2018.pdf

Stessi posti, occhi diversi

07 lunedì Nov 2016

Posted by orukov in 2016, Baobab Camp, Baobab Experience, Collaborazioni, Collettivo Antigone, Disobbedienza, MEDU-Medici per i Diritti Umani, Parole del Collettivo, R-esistenza, Refugees Welcome, Restiamo umani, Testimonianze

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Tag

Baobab Camp, Baobab Experience, Disobbedienza civile, MEDU-Medici per i Diritti Umani, Refugees Welcome, resistenza, Restiamo umani

Quando ho deciso che sarei diventata un medico, mi sono immaginata in uno studio gigantesco, con le strumentazioni più all’avanguardia esistenti. Mi sono immaginata a lavorare in un grande Policlinico, a fare ricerca, a destreggiarmi tra le corsie dei più grandi ospedali d’Italia e (tanto sognare è gratis) del Mondo. Eppure, il mio primo referto, il mio primo timbro, la mia prima visita da medico autonomo hanno avuto come location un camper. Si, avete capito bene. Un camper. Situazione anomala, lo so. Anomala e particolarmente scomoda, fidatevi. La mia prima esperienza da medico autonomo è stata quella di medico volontario nel camper di MEDU – Medici per i Diritti Umani, una organizzazione umanitaria che opera in varie città italiane, tra cui Roma, la città che per quasi 7 anni mi ha ospitata e che è diventata un po’ mia.

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Preferirei di no.*

31 lunedì Ott 2016

Posted by cristallina555 in 2016, Antifascismo, Collettivo Antigone, Cristina Monasteri, Esilio, Exile, R-esistenza, Restiamo umani, Senza categoria

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Tag

Antifascismo, bartleby, docenti, fascismo, I would prefer not to, Melville, no, novel, racconto, resistenza, università

Figuratevi la mia sorpresa, anzi la mia costernazione, quando, senza muoversi dal suo angolino, con voce singolarmente soave, ma ferma, Bartleby rispose: «Preferirei di no». Rimasi per qualche tempo seduto, trasecolato, in assoluto silenzio, chiamando a raccolta le mie facoltà attonite. Subito mi venne da pensare che gli orecchi mi avessero ingannato, oppure che Bartleby avesse completamente frainteso quello che volevo. Ripetei la richiesta con quanta chiarezza mi era possibile, ma con altrettanta chiarezza giunse la risposta di prima: «Preferirei di no».

Herman Melville, Bartleby lo scrivano.

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L’empatia non ha frontiere

27 giovedì Ott 2016

Posted by orukov in 2016, Collettivo Antigone, Disobbedienza, Francesco Malavolta, MariaGrazia Patania, Olocausto del Mare, Progetti, R-esistenza, Refugees Welcome, Restiamo umani, Traduzioni

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Collettivo Antigone, Disobbedienza civile, Francesco Malavolta, Moas, Refugees Welcome, Regina Catrambone, resistenza

*In psicologia per empatia (termine derivato dal greco ἐν, “in”, e –πάθεια, dalla radice παθ– del verbo πάσχω, “soffro”, sul calco del tedesco Einfühlung), si intende la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato e talvolta senza far ricorso alla comunicazione verbale. Il termine viene anche usato per indicare quei fenomeni di partecipazione intima e di immedesimazione attraverso i quali si realizzerebbe la comprensione estetica* [Fonte: Treccani]


Il 2 gennaio di mattina presto, mentre noi eravamo ancora presi dai festeggiamenti dell’anno nuovo al sicuro nelle nostre case, due madri -Hanan e Farah- hanno preso i propri figli e, disperate, sono salite su un gommone che dalla costa turca si dirigeva verso le isole greche.

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