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Collettivo Antigone

~ Proteggere e custodire le leggi naturali di ogni essere vivente

Collettivo Antigone

Archivi tag: 2017

La verità delle donne

21 martedì Nov 2017

Posted by francescacola in 2017, Collettivo Antigone, Francesca Colantuoni, I Giorni delle Donne, 2017, ll Corpo delle Donne, Parole del Collettivo

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2017, Antigone, bellezza, donne, Francesca Colantuoni, I Giorni delle Donne, Parole

Erano diversi giorni che radio, televisione, giornali e social media parlavano delle violenze subite da numerose attrici straniere da parte del famigerato produttore americano. Non ne avevo parlato con nessuno né avuto tempo e voglia di leggere dichiarazioni sugli eventi e sulle vittime. Poi un’attrice italiana ha raccontato di essere stata anche lei una delle sue prede scatenandosi contro un mondo di “te lo sei cercato” e “ma che ti aspettavi”. E io continuavo a chiedermi, come avrei reagito? Avrei reagito? Sarei scappata, mi ripetevo. Cosciente del fatto che non tutti la pensano come me, una sera tarda, mi ritrovo a parlare con 3 amiche, donne di origini diverse, con esperienze diverse ma stessa grinta e intelligenza e passione per la vita, con cui posso parlare di tutto perché ogni esperienza è conoscenza e ogni pensiero ascoltato è capito anche se non necessariamente condiviso.  Non si giudica, si parla, non ci sono vincitori né vinti, sono così le donne. Questo mi ha dato la serenità di trattare quell’argomento che mi aveva perseguitato per giorni e che avevo evitato per paura, perché è un tema difficile e richiede tatto.

Spiego che da donna non riuscivo a capire come non sia scattato nelle vittime l’istinto di sopravvivenza che è innato e particolarmente acuto nel sesso femminile. “Io avrei girato le spalle e sarei scappata oppure l’avrei mandato semplicemente a fare in culo. E pazienza se la carriera finisce lì!”
Per dare supporto alle mie parole condivido quasi con leggerezza una storia che mi è accaduta diversi anni fa, “Mi è successo tante volte, una sera alla fine di una cena di lavoro il capo mi ha detto “adesso però me lo succhi, lo so che lo vuoi” ovviamente ce l’ho mandato. Ma è capitato a tutte, no? Non mi dite che a voi non è mai successo?!”

Foto presa dal web

Guardo i loro volti stupiti e disgustati. La risposta è un secco NO seguito da un breve silenzio.
In quel momento capisco che ne sto parlando come se fosse normale e mi chiedo come sia potuto succedere che la vita mi abbia insegnato che è “normale” essere costanti bersagli del desiderio del sesso opposto.
Allo stesso tempo però mi ritengo fortunata, perché a me il famoso vaffanculo è bastato per salvarmi da queste situazioni che prima giudicavo “spiacevoli” ma che da quella sera vedo per quello che sono, ignobili, ingiustificabili e inaccettabili.

Non siamo tutte uguali, non si può mai predire come reagiremo in quel preciso momento. L’aria si gela, il respiro si ferma, il corpo non reagisce ma subisce. Si trema.

Ma perché non l’hanno detto prima?! viene da pensare. Avrebbero potuto evitare che tante altre donne subissero tali abusi. Invece no, sbaglio. Mi viene giustamente fatto notare che nel 2017 abbiamo assistito ad una gogna mediatica verso qualsiasi donna vittima di violenze e non, figuriamoci cosa sarebbe successo se avessero parlato 20 o 30 anni fa.

Quindi non solo la situazione non è cambiata, non è neanche migliorata.

È duro accettarlo. Mi arrabbio, con tono agitato dico che bisogna insegnare alle nuove generazioni di donne ad uscire da una stanza se non sono a loro agio, devono capire che purtroppo siamo considerate prede e come tali dobbiamo essere in grado di difenderci. Non c’è altra soluzione. Siamo noi che dobbiamo fare la differenza. È assolutamente inutile sperare nell’aiuto dei predatori. Facciamocene una ragione.

Di F. Colantuoni

 

Un cuore bianco come la neve

23 martedì Mag 2017

Posted by orukov in 2017, Michael, Michelangelo Mignosa, Refugees Welcome, Restiamo umani, Senza categoria

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2017, Michael, Michelangelo Mignosa, Refugees, Refugees Welcome

Durante il mio viaggio verso l’Europa ho attraversato molte difficoltà, sofferenze e dolori. Il tutto aggravato da chi provava piacere nel guardare un altro essere umano piangere di dolore e che fra l’altro avrebbe dovuto alleviare quei dolori.

Quando sono arrivato in Europa, ero molto felice e mi sentivo molto sicuro. Speravo di non dover rivivere mai più nulla di simile, ma non sapevo che anche loro -gli Europei- avevano il loro modo di provocare dolore. (Il razzismo).

Poi fui trasferito in un paesino. Alcuni giorni dopo il mio arrivo, uscii per una passegiata prendendo una strada principale non troppo trafficata quando all’improvviso dai cespugli spuntò un gruppo di ragazzi e mi si avvicinò con una tale ira da cui traspariva chiaramente l’odio razziale.

Mi picchiarono senza pietà e, come se non bastasse, senza volerlo scoprirono dove abitavo.

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Ph. Michelangelo Mignosa

Quella notte mi svegliai nel bel mezzo della notte e non riuscivo a riaddormentarmi a causa delle voci che sussurravano perfidamente in lontananza. In un primo momento pensai si trattasse delle solite voci dei passanti, ma mi sbagliavo perché si avvicinavano sempre più, quasi fino alla mia porta.

Allora mi alzai ed ero pietrificato. Ero solo nella mia stanza immersa nel buio e non sapevo cosa fare. Era strano ed ero certo stessero venendo da me.

Nella mia mente si affollarono molte cose: pensai di urlare per attirare l’attenzione di altre persone ma non sarebbe servito. Ero rimasto senza voce e in ogni caso nessuno avrebbe potuto sentirmi anche se avessi urlato perché vivo in totale isolamento. La mia preoccupazione aumentava non solo perché ero solo nella mia umile dimora, ma anche per la stranezza della situazione, una di quelle in cui succede qualcosa di tragico.

Mi tornarono nitidi alcuni ricordi di anni fa, quando ero un bambino e mia madre lasciò me e mio fratello a casa per andare a prendere qualcosa dal nostro vicino. Ma prima che lei rientrasse, dei mostri senza cuore fecero irruzione con la forza e portarono via il mio amato fratellino.

Nella mia mente si affollavano pensieri inquietanti ed avevo così paura che pensavo che sarebbe potuta risuccedere la stessa cosa. “Ma è quello è stato in Africa”, mi dicevo “e poi queste cose non esistono in Europa“. In Africa tutti dicevano la stessa cosa, anche i miei insegnanti: questo è quello che ho imparato e in cui mi fanno credere.

Ma era solo un illusione e alla fine fecero violentemente irruzione in casa. Già mi ero messo in ginocchio supplicandoli di lasciarmi andare, ma uno disse “Tu sei nero e malintenzionato. Non ci fidiamo di voi neri. Non abbiamo bisogno di voi qui”.

La mia risposta fu: “Io sono nero ma il mio cuore è bianco come la neve. Non farei del male a una mosca. Sono un povero ragazzo africano in cerca di una vita migliore. Se mi fai male, che ci guadagni Potrei essere tuo fratello o un amico, per favore ti supplico di non farmi male. Sono venuto qui per vivere insieme a te in pace: dobbiamo essere fratelli senza guardare il colore della pelle“. Si guardarono con gli occhi pieni di lacrime, abbassarono le braccia, stringendomi calorosamente la mano, e se ne andarono via.

Da quel giorno siamo diventati migliori amici e abbiamo messo fine alla discriminazione razziale.

Di Michel

Traduzione di Maria Grazia Patania

 

 

Inclusione e Unione

10 venerdì Mar 2017

Posted by francescacola in 2017, Collettivo Antigone, Francesco Malavolta, Giorni delle Donne, I Giorni delle Donne, 2017, Senza categoria

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2017, Collettivo Antigone, Francesco Malavolta, I Giorni delle Donne

Articolo 14 Le Cittadine e i Cittadini hanno il diritto di costatare personalmente, o attraverso i loro rappresentanti, la necessità dell’imposta pubblica. Le Cittadine non possono aderirvi che a condizione di essere ammesse ad un’uguale divisione, non solo dei beni di fortuna, ma anche nell’amministrazione pubblica, e di determinare la quota, la base imponibile, la riscossione e la durata dell’imposta.

Photo Copyright Francesco Malavolta

“Ma la virtù vera degli esseri umani è quella di saper vivere insieme come degli uguali; di non pretendere altro per sé, tranne ciò che concedono con pari liberalità a tutti gli altri; di considerare qualsiasi posizione di comando come una necessità eccezionale, e in ogni caso temporanea; e di preferire, ogni qual volta sia possibile, un tipo di associazione di individui che consenta alternanza e reciprocità nel guidare ed essere guidati.”

John Stuart Mill
(da L’asservimento delle donne, in La libertà, L’utilitarismo, L’asservimento delle donne, p. 397)”

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Discriminazione orizzontale

08 mercoledì Mar 2017

Posted by cristallina555 in 2017, Balkan Route, Collettivo Antigone, Cristina Monasteri, DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO, Francesco Malavolta, Giorni delle Donne, I Giorni delle Donne, 2017, R-esistenza, Senza categoria

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2017, Amnesty International, Bibbia, Condanna a morte, Corano, Cristina Monasteri, Dichiarazione dei diritti del fanciullo, Discriminazione orizzontale, Donna, donne, Francesco Malavolta, Hossein Sarmadi, I Giorni delle Donne, Pena di morte, Shari'a, Zeinab, Zeinab Sekaanvand Lokran

Art 7 – Per nessuna donna si farà eccezione: la donna è accusata, arrestata, e detenuta nei casi determinati dalla Legge. Le donne obbediscono come gli uomini a tale Legge rigorosa.

6N7A4304

Photo Copyright – Francesco Malavolta

Penso agli stati islamici in cui vige la legge del Corano, la Shari’a, e penso ai cosiddetti stati laici, come l’Italia: paese in cui importanti conquiste civili, come il diritto all’aborto, vengono costantemente attaccate da fondamentalisti religiosi che si rifanno a un testo vecchio di centinaia di anni.

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Spose di guerra

07 martedì Mar 2017

Posted by orukov in 2017, I Giorni delle Donne, 2017, MariaGrazia Patania, Parole del Collettivo, Progetti

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2017, Alessio Mamo, I Giorni delle Donne, Maria Grazia Patania, programmazioni

Articolo III Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione, che è la riunione della donna e dell’uomo: nessun corpo, nessun individuo può esercitarne l’autorità che non ne sia espressamente derivata.

03_MSF

Di mattina i bambini giocano e studiano con l’infermiera Noor. Malak di 7 anni e Yania di 10 vengono entrambe dallo Yemen: le ustioni sul loro corpo sono dovute alle esplosioni provocate dalla guerra in corso nel loro paese. Photo Copyright: Alessio Mamo, Wounds without Borders

Ragazze e bambine in situazioni di crisi umanitarie o catastrofi ambientali sono vittime due volte. Non solo subiscono gli effetti della guerra o della catastrofe ambientale in questione, ma diventano enormemente più fragili ed esposte alla violenza.

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Guerra alle bambine

07 martedì Mar 2017

Posted by orukov in Alessio Mamo, I Giorni delle Donne, 2017, MariaGrazia Patania, Senza categoria

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2017, Alessio Mamo, Antigone, Collettivo Antigone, I Giorni delle Donne, MariaGrazia Patania

Articolo I La Donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell’uomo. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull’utilità comune.

Wounds Without Borders

Anhar, 5 anni, e Aisha, 7 anni, vengono entrambe dallo Yemen e spesso durante il giorno giocano sul letto della madre di Ahnar al 4′ piano del ospedale di MSF ad Amman. Photo Copyright: Alessio Mamo, Wounds without Borders

Nel 2015 in Yemen è scoppiata una guerra fra le forze leali al governo del Presidente Abdrabbuh Mansour Hadi riconosciuto dalla comunità internazionale e la fazione dei ribelli Houthi. I risultati del conflitto sono visibili sul corpo di queste bambine private di ogni residuo di infanzia, sfigurate e devastate fisicamente ed emotivamente da una violenza le cui cause a loro restano ignote.

Nascere in un paese sconvolto dalla guerra e quasi totalmente dimenticato significa essere sfregiata o uccisa nel silenzio e nell’indifferenza. Significa portare sul corpo e nell’anima il peso della sfortuna geografica. Significa non poter mai conoscere il significato di libertà, giustizia ed uguaglianza.

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Life is like a book

14 martedì Feb 2017

Posted by orukov in 2017, Augusta, Children of Fortune, English, Giornata Internazionale del Rifugiato, I figli della fortuna, IOM / OIM, MariaGrazia Patania, Michael, Olocausto del Mare, Refugees Welcome, Restiamo umani, Senza categoria, Testimonianze

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2017, Augusta, Collettivo Antigone, English, MariaGrazia Patania, Michael, Michelangelo Mignosa, Olocausto del Mare, Refugees Welcome, Restiamo umani, Stay Human, Testimonianze

ITA

Once upon a time there was a boy who lived in a world filled with an unusual sadness. He lost his parents when he was a toddler and was raised by his maternal grandparents till legal age. He suffered maternal deprivation and thought of the many things he could have done as a grown up, but all his dreams crushed. Hope was far gone into obscurity since he had to interrupt his studies due to a lack of financial support. He worked so hard to make a living but his efforts were vain. He got fired and fell into a state of deep melancholy and with his eyes full of tears he asked: “Life, why have you chosen to be so unfriendly to me, your guest? Why do you make fun of me?”.

He had been abandoned and rejected also by his relatives, but he was not bothered for he knew he had a dream.

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